Per una nuova didattica

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Per una nuova didattica

Per una nuova didattica 1387 924 Andrea

Prendo spunto da questa vignetta postata da un caro amico (Claudio), per condividere qualche riflessione dopo circa dieci anni nell’ambito della didattica della musica e della musicoterapia, ma anche a seguito delle mie esperienze, alcune positive e altre meno, da studente.

L’uso di un unico metro di valutazione per tutti gli studenti può essere limitante e non tener conto della diversità degli stili di apprendimento, delle abilità e dei background degli studenti. Alcune ragioni per cui secondo me un unico sistema di valutazione può essere problematico:

  1. Diversità degli Stili di Apprendimento: Gli studenti apprendono in modi diversi. Alcuni potrebbero eccellere in test scritti, mentre altri potrebbero mostrare la loro comprensione meglio attraverso presentazioni orali, progetti o attività pratiche.
  2. Equità: Un unico sistema di valutazione potrebbe favorire certi gruppi di studenti a scapito di altri, in particolare se il sistema di valutazione non tiene conto delle diverse esperienze culturali, linguistiche o socio-economiche degli studenti. Ad oggi si tiene conto più che altro di disabilità diagnosticate clinicamente (ed è già un buon risultato).
  3. Valutazione Olistica: Concentrarsi su un unico tipo di valutazione può non fornire una visione completa delle abilità e delle competenze di uno studente. Ad esempio, un test standardizzato potrebbe misurare la capacità di memorizzazione, ma non la creatività, il pensiero critico o le abilità interpersonali.
  4. Motivazione: Un unico sistema di valutazione può influenzare negativamente la motivazione degli studenti, in particolare se sentono che il sistema non riflette accuratamente le loro abilità o sforzi.
  5. Sviluppo di Competenze Varie: Se gli studenti vengono valutati solo su un tipo di compito o abilità, potrebbero non avere l’opportunità o la motivazione per sviluppare una gamma più ampia di competenze (e dunque, di esplorare e coltivare i propri talenti).

A proposito della didattica frontale

La didattica frontale, nozionistica e trasmissiva, in cui l’insegnante trasmette informazioni e gli studenti sono visti come “contenitori vuoti da riempire”, è stata per molto tempo il modello dominante in molti sistemi educativi, compreso quello italiano. Io stesso ho vissuto esperienze poco soddisfacenti con questo tipo di didattica, che non ho mai trovato “adatta” per me. Cosa ancor più grave secondo me è che questa didattica si afferma soprattutto a livello universitario, dove accade che i docenti siano professionisti e non abbiano alcuna idea di quanti e quali modelli educativi esistano: il requisito per la selezione è una brillante carriera professionale (laddove un comune docente scolastico deve obbligatoriamente integrare il suo percorso in musica, matematica, storia ecc. con esami di materie antropo-psico-pedagogiche). Pertanto gli esami a livello accademico sono spesso nozionistici e non misurano una vera consapevolezza e padronanza dei concetti da parte degli studenti. A prescindere dalla mia aneddotica esperienza, la ricerca educativa e la scienza dell’apprendimento hanno messo in discussione l’efficacia di questo approccio in termini di apprendimento profondo e duraturo.

Ecco alcune considerazioni a riguardo:

  1. Apprendimento Attivo: La ricerca ha dimostrato che l’apprendimento attivo, in cui gli studenti sono coinvolti attivamente nel processo di apprendimento attraverso discussioni, problem solving, progetti e altre attività, è generalmente più efficace della semplice lezione frontale. L’apprendimento attivo aiuta gli studenti a costruire la loro comprensione e a collegare nuove informazioni a ciò che già sanno. Ad esempio, uno studio pubblicato nella rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” ha trovato che le classi che utilizzano metodi di apprendimento attivo hanno tassi di fallimento significativamente più bassi e miglioramenti nelle prestazioni degli esami rispetto alla didattica frontale*.
  2. Apprendimento Significativo: L’approccio nozionistico tende a promuovere un apprendimento superficiale, in cui gli studenti memorizzano informazioni per passare un esame ma potrebbero non comprenderle veramente. L’apprendimento significativo, al contrario, avviene quando gli studenti collegano nuove informazioni a concetti esistenti, rendendo l’apprendimento più profondo e duraturo.
  3. Motivazione: La didattica trasmissiva può non tener conto degli interessi e delle motivazioni individuali degli studenti. Approcci più centrati sullo studente, come l’apprendimento basato su progetti o l’apprendimento basato su problemi, possono aumentare la motivazione e l’engagement degli studenti.
  4. Sviluppo di Competenze: Il mondo moderno richiede competenze come il pensiero critico, la risoluzione dei problemi, la collaborazione e la comunicazione. Una didattica puramente frontale e nozionistica potrebbe non essere la migliore per sviluppare queste competenze.
  5. Diversità degli Studenti: Gli studenti hanno stili di apprendimento, esperienze e background diversi. Un approccio unico e frontale potrebbe non soddisfare le esigenze di tutti gli studenti.

Detto ciò, ci sono momenti in cui la didattica frontale può essere appropriata, come quando si introduce un nuovo concetto o si fornisce una panoramica di un argomento. Tuttavia, per un apprendimento profondo e duraturo, è importante integrare vari approcci didattici e metodi pedagogici.

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Quindi, quali alternative?

Ci sono diversi metodi e approcci didattici che si allontanano dalla tradizionale didattica frontale e nozionistica, favorendo invece un apprendimento più attivo, centrato sullo studente e basato sull’esperienza. Ecco alcuni dei metodi più noti:

  1. Apprendimento Basato sui Problemi: Gli studenti lavorano in gruppi per risolvere problemi complessi e reali. Questo metodo promuove il pensiero critico, la collaborazione e l’applicazione pratica delle conoscenze.
  2. Apprendimento Basato su Progetti: Gli studenti lavorano su progetti a lungo termine che richiedono la ricerca, la collaborazione e la creazione di un prodotto o di una presentazione. Questo metodo enfatizza l’apprendimento profondo e l’applicazione pratica delle competenze.
  3. Flipped Classroom (Classe Capovolta): Gli studenti studiano il materiale a casa, spesso attraverso video o altre risorse online, e poi utilizzano il tempo in classe per attività pratiche, discussioni e chiarimenti.
  4. Apprendimento Cooperativo: Gli studenti lavorano in piccoli gruppi e sono responsabili sia del proprio apprendimento sia di aiutare i loro compagni di gruppo a comprendere il materiale.
  5. Montessori: Un approccio educativo basato sull’autodirezione, l’apprendimento pratico e il gioco. Gli studenti sono liberi di scegliere le attività basate sugli interessi personali e di lavorare al proprio ritmo.
  6. Reggio Emilia (Reggio Children): Un approccio basato sull’idea che i bambini costruiscono la propria conoscenza attraverso le interazioni con gli altri e con il mondo che li circonda. L’ambiente di apprendimento è considerato un “terzo insegnante”.
  7. Waldorf (o Steiner): Un approccio che enfatizza l’immaginazione nell’apprendimento e si concentra sull’educazione dell’intera persona, integrando aspetti accademici, artistici e pratici.
  8. Apprendimento Basato sull’Inchiesta: Gli studenti sono guidati attraverso un processo di formulazione di domande, ricerca di risposte e riflessione.
  9. Portfolio: Gli studenti raccolgono e riflettono sui propri lavori nel corso del tempo, dimostrando la loro crescita e apprendimento in vari ambiti.

Questi sono solo alcuni esempi dei molti approcci didattici che cercano di rendere l’apprendimento più attivo, significativo e centrato sullo studente. Molti educatori combinano elementi di questi metodi per creare un ambiente di apprendimento che soddisfi al meglio le esigenze dei loro studenti.

Un’influenza significativa per me è stata la lettura degli scritti di Carl Rogers. Lo psicoterapeuta americano è una figura fondamentale nel campo della psicologia e dell’educazione, noto per il suo approccio “centrato sulla persona” o “centrato sul cliente” in terapia. Questo approccio ha avuto un impatto significativo non solo sulla psicoterapia, ma anche sulla pedagogia e sulla didattica.

L’approccio centrato sulla persona di Rogers si basa su alcuni principi chiave:

  1. Rispetto per l’Individuo: Ogni individuo ha il diritto e la capacità di guidare il proprio apprendimento e sviluppo.
  2. Autodeterminazione: Gli individui hanno la capacità intrinseca di comprendere se stessi e il mondo che li circonda, e di fare scelte che promuovano la loro crescita e benessere.
  3. Relazione Autentica: L’importanza di una relazione autentica tra l’educatore e lo studente, in cui l’educatore mostra empatia, accettazione incondizionata e congruenza (autenticità).

La mia proposta educativa

L’approccio educativo che propongo è profondamente centrato sulla persona, prendendo spunto dalle idee di Carl Rogers e dai miei studi di musicoterapia. Questo metodo pone l’individuo al centro del processo di apprendimento, riconoscendo e valorizzando la sua unicità, i suoi interessi e le sue aspirazioni. L’educatore non è più un semplice trasmettitore di informazioni, ma diventa un facilitatore che supporta e guida lo studente nel suo percorso di scoperta e crescita. Fondamentale in questo approccio è il concetto di autodeterminazione: si riconosce che ogni studente ha la capacità intrinseca di guidare il proprio apprendimento, fare scelte e assumersi la responsabilità del proprio percorso educativo. In questo ambiente, l’apprendimento diventa un’esperienza significativa, autentica e profondamente personale, in cui lo studente è attivamente coinvolto e motivato a esplorare, riflettere e crescere.

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  • * https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32152114/