Come imparare a leggere il setticlavio facilmente

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Come imparare a leggere il setticlavio facilmente

Come imparare a leggere il setticlavio facilmente 1386 924 Andrea


In questa lezione vi svelerò un trucco per imparare a leggere il setticlavio in cinque minuti. Siete pronti?

Pre-requisiti:

Buona conoscenza delle chiavi di violino e di basso.

Cos’è il setticlavio?
Per capire a cosa serve (o serviva, visto che ora è scarsamente utilizzato) il setticlavio dobbiamo aver chiaro cosa sia il registro di uno strumento musicale o di una voce.

Il registro è la gamma di note, lo “spazio” musicale entro cui ci muoviamo a seconda del timbro musicale o vocale: ad esempio, il registro di uno strumento come il contrabbasso, o la voce di un baritono sono registri gravi, mentre il suono del sax soprano e la voce di una cantante soprano si muovono in un registro più acuto.

Se avete esperienza con la lettura in chiave di violino (e dovete averne, per affrontare questa prova) vi sarete accorti che spesso è necessario ricorrere ai tagli addizionali per scrivere le note dello strumento che sono ubicate sopra o sotto al pentagramma … a volte andando a finire in posizioni veramente scomode per una lettura fluida.

 

Per ovviare a questo problema è stato creato il setticlavio, che trasportando le tre chiavi di do, sol e fa, permetteva a ognuna delle sette voci del coro classico di leggere in modo chiaro (senza troppi tagli addizionali!).

 
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Le chiavi quindi sono sette, ma in realtà sono solo spostamenti delle chiavi di fa, do e sol a seconda dell’altezza più adatta al timbro.

Ora vi mostrerò il trucco: disponiamo queste sette chiavi in modo che siano il più possibile vicine a una chiave nota (è fondamentale, ripeto, che conosciate la chiave di violino e quella di basso a menadito).

Nella prima riga si trovano quelle vicine alla chiave di Violino , nella seconda riga invece quelle vicine alla chiave di basso.

Setticlavio facile

Trucchi per leggere il setticlavio

 

A questo punto si tratta “solamente” di trasportare visivamente dalla chiave di riferimento.

 

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Ancora non vi è chiaro? Ma allora siete de coccio. Non arrendiamoci, più avanti gli esempi ci chiariranno le idee.

 

Esempio pratico:

 

Se leggiamo in chiave di tenore (che ha il DO appena sopra a quello in chiave di violino), dovremo abituarci a leggere uno spazio sotto (se nota su riga) o una riga sotto (se nota su spazio).

Ad esempio, per leggere una nota in chiave di contralto, leggeremo nello spazio sopra in chiave di violino. 

Ci siete? It’s easy.

In chiave di soprano, faremo riga -> riga sotto e spazio -> spazio sotto (cioè trasporteremo di una terza).

Stessa cosa per le chiavi che trasportano la chiave di basso, e allora:
Se leggiamo in baritono, facciamo riga -> riga sopra e spazio -> spazio sopra (intervallo di terza).

Se leggiamo in mezzosoprano, facciamo spazio -> riga sopra e riga -> spazio sopra (intervallo di seconda).
Esempio: una nota posta sul terzo spazio in chiave di baritono, è una nota posta sul quarto spazio in chiave di basso (infatti facciamo spazio -> spazio sopra) , cioè come sappiamo un sol.

Spero che lezione sia stata chiara e che questa strategia via sia utile nella comprensione del setticlavio ed eventualmente nel superamento della prova di solfeggio al conservatorio!

Alla prossima,
Andrea

 

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8 commenti
  • L’unico modo veloce per imparare il setticlavio è memorizzare la nota indicata dalla chiave e leggere per intervalli!

    • Andrea Golembiewski Febbraio 19, 2014 a 7:39 pm

      È sicuramente un’alternativa, io personalmente la trovo un po’ macchinosa 🙂 grazie per il contributo Simona!

  • Concordo con Simona, il metodo più veloce e mnemonico e quello di memorizzare la nota indicata dalla chiave e leggere per intervalli.

  • Chi condivide il sapere va sempre ringraziato Però a mio avviso non hai ben chiara Qual è la funzione dello studio del setticlavio. principalmente serve a sviluppare la lettura per intervalli e non per associazione diastematica. In secondo luogo serve ad avere ben impressi i gradi della Scala relativi ad ogni nota musicale ( gli esercizi avanzati svolgono meglio questa funzione perché rispettano la tonalità in chiave riportano sempre le alterazioni del caso).

  • Il metodo che proponi è, a mio giudizio, sbagliatissimo. Ogni chiave va imparata memorizzando le posizioni dei do e dei fa, più alcune note con uno o due tagli addizionali e poi si procede per intervalli. Bisogna assolutamente prescindere dalla lettura in chiave di violino, che porta a pronunciare la nota appunto in chiave di violino, piuttosto che quella nella chiave corretta. Certo, il tuo metodo è molto comodo e se il setticlavio non interessa (oggi non interessa nemmeno più agli insegnanti, figuriamoci agli allievi), allora tutto fa brodo. Ma per chi è veramente interessato, consiglio vivamente di seguire il metodo da me proposto e di non limitarsi a leggere solfeggi, ma di provare a cantarli o a suonarli, al limite anche di scrivere dei proprio solfeggi in chiavi antiche. Solo in questo modo si ottiene infatti un coinvolgimento intellettivo ed emotivo che porterà naturalmente a prendere dimestichezza con il setticlavio.

    • Ciao Francesco, grazie del tuo contributo. Condivido quello che dici per quanto riguarda le chiavi che si utilizzano normalmente (nel mio caso: violino e basso). Per quanto riguarda questa guida, è mirata a chi (come me) deve affrontare quella scomoda prova nell’esame di solfeggio ma difficilmente lo usa nella sua quotidianità.

  • Sapere perchè il setticlavio è nato e cosa rappresenta è una buona cosa per ogni appassionato musicale o strumentista. Da ragazzo ricordo la prof di solfeggio e dettato melodico che ne parlava già allora (1978) come di una cosa già lontana dalla realtà ed utile solo in ambito compositivo. Che poi, per come si sta evolvendo il modo di lavorare con la musica oggi, sia ancora utile…ho dei grossi dubbi. I ragazzi di oggi non sanno fare le divisioni con le stanghette verticali come si usava un tempo…ma non per questo oggi li vediamo in difficoltà usando programmi come Logic o Musescore o Finale.